Forli’, citta’ ritmica

Esiste una folta schiera di bambine e ragazze di Forlì che praticano sport. Da sempre la nostra è una città molto legata all’attività sportiva – non a caso siamo stati eletti Città europea dello Sport 2018 – ma spesso l’attenzione del grande pubblico è focalizzata su discipline più popolari, specialmente maschili, come basket e calcio. Non dimentichiamo però che l’altra metà del cielo produce ottimi risultati e che la partecipazione, in termini di praticanti, più numerosa è quella femminile. Tra le associazioni più prestigiose, non solo su territorio cittadino ma a livello nazionale, non posso che parlare della mia e dello sport che svolgiamo da oltre 20 anni: Gymnica’96 e la ginnastica ritmica! In realtà 20 anni non sono molti, ma è innegabile che, grazie alla qualità e alla metodicità con le quali lavoriamo, abbiamo avuto risultati incredibili. Ma non voglio scrivere in particolare sulla mia società, quanto più sulla ginnastica ritmica che, purtroppo, ancora troppe persone non conoscono nei dettagli.

Partiamo dalla base: la ginnastica ritmica è uno sport femminile per certi versi simile alla danza. Le ginnaste utilizzano la musica come supporto per i loro esercizi, muovendosi a ritmo e facendo movimenti corporei che possono essere ricondotti a quelli studiati nella danza classica, come salti, giri ed equilibri. La sostanziale differenza tra le due discipline è l’utilizzo dei cosiddetti “piccoli attrezzi” che, tipicamente, nella ritmica sono fune, cerchio, palla, clavette e nastro. Le atlete di alto livello devono essere generalmente alte e filiformi e possedere grandi doti di elasticità, resistenza e coordinazione. Caratteristiche fondamentali in uno sport estetico, dove le performance devono risultare molto eleganti e armoniose.

Premessa e distinguo doverosi: attenzione a non confondere la ginnastica ritmica con quella artistica. La ginnastica artistica è decisamente più basata sulla forza fisica e gli attrezzi utilizzati sono notevolmente più grandi, ovvero parallele, trave e anelli. Ho sentito la ginnastica ritmica chiamata in mille modi diversi, da “ginnastica classica” a “danza ritmica”. I nostri iscritti a volte, per non sbagliare, dicono “noi facciamo Gymnica”!

Essendo uno sport molto bello da vedere, negli ultimi anni la sua visibilità è decisamente aumentata. Contributo importante lo ha dato certamente il fatto che gli ultimi Mondiali si sono svolti proprio in Italia, a Pesaro. Le gare mondiali, ma anche quelle olimpiche, sono state interamente trasmesse in televisione, e spesso la nostra squadra nazionale è stata chiamata a fare esibizioni in importanti trasmissioni tv. Ricordo, in particolare, qualche anno fa, che il team azzurro aprì il Festival di Sanremo. Eppure, nonostante il clamore, molti ignorano totalmente le regole che governano questo sport e come vengono composti i punteggi ottenuti dalle ginnaste.

Ammetto che, in effetti, il mondo della ginnastica ritmica è un po’ più complicato rispetto a sport “basilari” dove l’ingresso di una palla in un cesto o in una rete risulta di immediata comprensione. Però non è totalmente impossibile capirlo. Nella pratica un esercizio di ritmica, nelle due specialità olimpiche, può essere svolto da una singola ginnasta individualista o da una squadra di 5 ginnaste. Per le individualiste la durata dell’esercizio è di 1’30” mentre per la squadra è 2’30”. In entrambi i casi l’esercizio si compone di “difficoltà corporee” (salti, giri, equilibri e passi di danza) e “difficoltà di attrezzo“, definiti maneggi, che si dividono in “rischi” (lanci alti dove l’atleta compie delle rotazioni sotto l’attrezzo prima di riprenderlo) e “maestrie” ovvero gesti di destrezza manuale: la parte più divertente e spettacolare e che contraddistingue il nostro sport da tutti gli altri.

Per definire il punteggio ottenuto da una ginnasta si somma il valore delle difficoltà corporee con quello delle difficoltà di attrezzo e si aggiunge il valore della “esecuzione”, che altro non è che la misura del “come” l’atleta ha eseguito tutti i movimenti tecnici del suo esercizio. Quindi i giudici, divisi in due gruppi, valutano cosa fa la ginnasta (giudici difficoltà) e come lo fa (giudici esecuzione). La somma dei valori è il punteggio finale. Tutto chiaro? Un po’ come succede in altre discipline tipo pattinaggio artistico o nuoto sincronizzato. Ovviamente ci sono tantissime variabili che dipendono dall’età, il livello, il tipo di campionato e un po’ troppa soggettività che ogni tanto anima la giuria con polemiche e discussione senza fine, come in ogni sport che si rispetti. Ma non vorrei esagerare… Vi rimando al prossimo appuntamento con altri dettagli sulla suddivisione dei vari campionati.

Nel frattempo, in chiusura, i miei personali complimenti vanno alle nostre ginnaste che hanno svolto con successo il Campionato regionale di Specialità questa domenica a Parma: Silvia Muscolino, incoronata Campionessa regionale senior gold specialità fune e bronzo al cerchio, e Aleksandra Righi, Campionessa regionale senior gold specialità clavette. Ottimo lavoro anche per Viola Feralli, senior terza alla fune e al nastro, e Emma Santi, junior seconda alla palla e al cerchio. Ora si parte per l’interregionale: forza Gymnica!

“Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vuole il lavoro e il sacrificio quotidiano.
Nello sport come nella vita."
- Pietro Mennea